Sarà presentato martedì 22 ottobre 2024 alle ore 17.30, presso la Biblioteca metropolitana di Bari De Gemmis - Complesso di Santa Teresa dei Maschi, il libro di Pietro Marino Taranto, il mare e la cenere. Arte e istituzioni 1970-2023 (edizioni Gangemi), promosso dall’Accademia di Belle Arti di Bari. Ne parlerà Marilena Di Tursi, giornalista e critica d’arte, in dialogo con l’autore. L’incontro sarà introdotto dal presidente dell’Accademia di Belle Arti di Bari Pasquale Guaragnella e presentato dal direttore Giancarlo Chielli. Interverranno Paola Romano, assessora alla Cultura, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali, Gestione dei Musei, Teatri e Biblioteche del Comune di Bari e il presidente del CRAC di Taranto Giulio De Mitri.

Il libro è l’ultimo di una serie di pubblicazioni realizzate dall’Accademia barese con l’intento di proporre una rivisitazione storica e critica delle esperienze vissute dagli operatori dell’arte e dalle istituzioni culturali pugliesi a partire dagli anni ‘70, data di nascita dell’Istituzione. Un percorso conoscitivo avviato nel 2021 con un primo libro di Pietro Marino, Diari dell’arte Levante. Bari 1960-1980. Proseguito dal 2022 con una collana editoriale, ProMemoria,curata da Giancarlo Chielli e Antonella Marino, che ha dato vita a tre volumi (editi sempre da Gangemi) con saggi di diversi autori sulle vicende artistiche a Bari e nella città metropolitana negli ultimi cinquant’anni. 

Il nuovo volume di Pietro Marino propone una avvincente narrazione sui principali eventi pubblici di arte contemporanea avvenuti a Taranto e nei centri più attivi della terra jonica (Martina Franca, Massafra, Grottaglie,in particolare) dagli anni ‘70 del secolo scorso ai giorni nostri.  La ricerca ha seguito un filo quasi annalistico, per ricordare i protagonisti di mostre, convegni, dibattiti, che hanno avuto per tema la cultura visiva come esperienza identitaria e strumento di crescita civile. Per questo, sono messi in luce i rapporti che gli artisti e gli intellettuali del territorio hanno intrattenuto con la società e con la politica, su un doppio ordine di questioni. Il primo riguarda l’assetto urbano e l’ambiente, con focus sulla città vecchia, su casi esemplari come piazza Fontana e piazza Castello, le periferie a ridosso del Siderurgico. Di conseguenza, le relazioni col Gigante d’acciaio che ha segnato i destini della comunità e con le Amministrazioni pubbliche, in particolare il Comune e la Provincia di Taranto. Il secondo ordine di problemi investe le iniziative di circoli, associazioni, fondazioni, singoli operatori culturali che hanno sopperito alla carenza di interventi pubblici o hanno partecipato ai diversi tentativi progettuali avviati (e mancati) dalle istituzioni per strutture stabili di servizio culturale. Un’altra parabola pugliese di sogni interrotti, ma anche di ostinata volontà creativa.  

Dentro questo contesto si colloca la rievocazione storico-critica delle esperienze locali di arte visiva (con richiami frequenti ad altri campi dell’immaginario come la fotografia, il cinema, il teatro, la letteratura): la divaricazione tra arte “metallica” e pulsioni antropologiche dei Settanta; il riflusso del Colore tra astrazione lirica e nuova figurazione negli Ottanta; la rielaborazione di mito e natura del Mediterraneo tra i ‘90 e i primi anni 2000; la crescita di un’arte critica, performativa e ambientale nell’ultimo ventennio.

Tanti fili che dall’arte che confluiscono in discorso generale seguendo i messaggi del grande scomparso tarantino Alessandro Leogrande: Taranto al bivio tra salute e lavoro. Ma quale Taranto, si chiede l’autore: con o senza l’industria che ha steso i suoi fumi sulla città? E se il sogno alternativo è una economia e una cultura che puntano sul Mediterraneo, quale futuro è concretamente immaginabile? Dilemma drammatico, enunciato nel libro sin da titolo. Si rivela man mano, attraverso 288 pagine folte di nomi (raccolti in un corposo indice a cura di Rosalinda Romanelli), scandite in capitoli e capitoletti con approccio giornalistico, e con un apparato di immagini a colori che privilegiano persone, azioni, luoghi e documenti dell’arte, in luogo di opere e forme. Una scelta aldilà dello specialismo e del localismo, per confermare che queste storie riguardano tutti. Parlano non solo di Taranto, ma della Puglia e del Mezzogiorno d’Italia come metafora del Bel Paese.

Scheda dell’autore

Pietro Marino (Bari, 20 ottobre 1931), laureato in Lettere, è giornalista professionista, critico d’arte, docente di storia dell’arte. Scrive dal 1962 per il quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” di cui è stato anche vicedirettore, condirettore, direttore editoriale. È stato titolare di cattedra di Storia dell’Arte nelle Accademie di Belle Arti di Lecce e Bari dal 1968 al 1980, attività didattica proseguita con cicli di lezioni e conferenze. Promotore di cultura del contemporaneo e dell’arte come servizio pubblico, è stato segretario della Mostra nazionale di Pittura - Biennale d’Arte del “Maggio di Bari” dal 1956 al 1966; segretario di Expo Arte (Fiera internazionale d’arte contemporanea di Bari) nei due primi anni di fondazione, 1976-1977. Presidente del
Comitato scientifico della Fondazione Pino Pascali nel 2017-2019. Ha curato grandi mostre collettive e presentato artisti pugliesi di ogni generazione. Autore di una mole di saggi per monografie e cataloghi. Tra i più recenti Arte Novanta - Cronache dell’ultimo Novecento; (Adda 1999), Bari non ama l’arte? - La Galleria ieri e domani(Laterza ed., Bari 2001); Diari dell’Arte Levante - Bari 1960-1980 (Gangemi ed., Roma 2021).

 

Biblioteca metropolitana di Bari De Gemmis - Complesso di Santa Teresa dei Maschi, Str,Lamberti 3, Bari
Info: 329.5715505

Ingresso libero fino a esaurimento posti